Percorsi descritti da Stefano Di Giammarco
Per comodità dividiamo Aringo in 4 zone: Nord, Est, Sud e Ovest. Per Nord indichiamo la strada che porta ad Amatrice, per Est quella verso il Poggio con il Vecciale e i Tre Ponti, per Sud quella con il nostro cimitero ed infine per ovest Pianeguali e Fonte Camponi. E’ chiaro che ogni località è servita da numerosi sentieri che si separano per poi ricongiungersi continuamente a valle come a monte, dando vita a un labirinto boschivo affascinante.
Ovest
Volendo andare verso la piana di Santa Vittoria, si può comodamente percorrere un breve tratto della provinciale verso nord per poi entrare sulla sinistra alla Calata (m. 1050 s.l.m.): da qui si comincia a salire lungo un sentiero che presenta una notevole pendenza (in autunno con la caduta delle piogge il fango rende l’arrampicata più difficile, ma anche più divertente).
Il sentiero è circondato da fitti boschi di castagno, cerro e faggio; a seconda della stagione si possono trovare le ginestre dai caratteristici fiori gialli, si scansano felci e rovi e ci si ferma solo per riprendere un po’ il fiato oppure per vedere il sole calare dietro le nubi maestose per poi rivederlo più su attraverso squarci di sereno nel cielo. Finita l’ascesa si percorrono altri cento metri circa e si arriva a Pianeguali dove il bosco si allarga e ci permette di vedere alcune piante di castagne ormai secolari alzarsi prepotentemente verso il cielo: ora tutto ci fa capire di stare sul sentiero giusto per arrivare a Santa Vittoria.
Nord
Se invece vogliamo andare a Colle Lungo, la strada da percorrere è molto più breve. Si costeggia il lato sinistro della strada interpoderale delle Sore: la zona è situata su un crinale che cammina quasi per un chilometro e mezzo parallelo alla strada fino ad arrivare in località Iammarine e presenta lungo il suo percorso ampi spazi di verde dove non di rado è possibile trovare prataioli, chiodini e mazze di tamburo. I boschi che troviamo in questa zona sono per gran parte formati da querce, non ci sono faggi e pochi sono i castagni. Per trovare delle pinete ci dobbiamo spostare più verso nord-est.
Est
Ad est ci sono delle località famose come i Tre Ponti, il Vecciale, Melu furnu: quella più vicina al paese è il Vecciale e per arrivarci basta percorrere poche decine di metri lungo la provinciale che sale a Poggio Cancelli, girare sulla destra costeggiando inizialmente la casa di Domenico, l’orto e la legnaia dei fratelli Paolo e Franco, i terreni di Vittorio e Virgilio ed entrare in una stradina stretta e lunga che inizialmente si presenta chiusa da innumerevoli frattoni spinosi. Mentre camminiamo, sulla destra compare il vecchio recinto dove si trovavano una volta i cinghiali: questa zona è detta lu fossatillu (il fossetto) in quanto la leggenda vuole che qui in tempi passati venivano portati i somari ormai prossimi alla morte naturale. Scendiamo lungo il fosso e poi risaliamo; di fronte a noi un prato e subito dopo, a ridosso dello stesso, un bosco di cerro in parte tagliato con i limiti molto scoscesi: entrare in questo bosco centralmente diventa molto problematico.
Il bosco è in forte pendenza e se noi arriviamo in cima, ci accorgiamo che anche la parte opposta scende quasi a precipizio fino ad arrivare a toccare l’acqua di un fiume che scorre la sotto: è il fiume Aterno che nasce qualche colle più in alto. Per andare verso i Tre Ponti basta riprendere il sentiero in basso sotto il bosco ed andare verso sinistra: si incontreranno soprattutto querce, castagni, numerose betulle e pioppi, sotto i quali, quando è periodo, si possono trovare famiglie di amanita muscaria di una bellezza unica. Essendo questa una zona tra le più calde del paese, per coloro che amano cercare i funghi rappresenta anche la prima zona da perlustrare quando comincia la stagione, dopodichè bisognerà lasciarla poiché il sottobosco indurirà sempre di più. Stiamo camminando lungo il crinale dei Tre Ponti: a sinistra in basso sale la provinciale che ci collega a Poggio Cancelli; a destra sotto di noi molto più in basso corre l’Aterno, mentre sulla strada di fronte a noi, in alto, le abetaie e i querceti di Melu furnu nascondono quasi completamente i numerosi vecchi sentieri che vi ci portano. Alle nostre spalle Aringo.
Sud
Totalmente diversi sono i sentieri che si sviluppano a sud del nostro paese e ci permettono di visitare luoghi con boscaglie di natura e morfologia uniche. Scendendo verso il cimitero, all’altezza della Croce, dopo la curva c’è un viottolo sulla sinistra che discende in modo anche ripido verso il fiume Aterno che da quelle parti è poco più che un ruscello. Giunti in fondo, se attraversiamo il fiume, ci troviamo di fronte a un pendio che ci porta in località Sora le Conche (Selva delle Conche) dove la vegetazione è molto rada ed è formata quasi totalmente da querceti, boschi di betulle e qualche castagneto: siamo a ridosso di Fonte Ciarelli dove c’è la sorgente del fiume Aterno (luogo preferito da sempre per le scampagnate). Qui i sentieri sono molto più ampi rispetto a prima e per questo rendono il panorama di gran lunga più suggestivo e luminoso. Sulla sinistra di Sora le Conche, risalendo il fiume, ci troviamo di nuovo in località Tre Ponti sotto Melu furnu e mentre la flora ci mostra in bella esposizione pinete e querceti a perdita d’occhio, la fauna ci presenta falchi, poiane, tassi, cinghiali, vipere, qualche capriolo e tanti altri animali che rendono questa zona tra le più belle di tutto l’Abruzzo.
Sempre a sud proprio sotto il cimitero c’è un sentiero che si può percorrere in mountain bike o anche a cavallo di potenti moto fuoristrada: da lì si può andare ovunque. A ridosso delle sponde del fiume, che in quel tratto corre veloce verso San Vito, in primavera è facile trovare diversi esemplari di spugnole, primo fungo stagionale. Le briglie spartiacque di Rionna rimangono forse l’unica testimonianza della presenza dell’uomo in quei luoghi e, alle nostre spalle, Aringo.
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