Aringo – come molte altre frazioni del comune di Montereale – non essendo fornito di un impianto di depurazione delle acque nere, scarica da sempre a cielo aperto i propri liquami più a valle. Sono iniziati in questi giorni i lavori di scavo nella zona sud del paese, a seguito dell’intervento del commissario delegato per il risanamento del bacino del fiume Aterno-Pescara Adriano Goio, per prolungare la linea fognaria ed allacciarla a quelle degli altri paesi più a valle. L’intervento del commissario prevede il collegamento delle reti fognarie di alcune delle frazioni di Montereale con il depuratore di Marana. Nascono però forti perplessità per il tipo di soluzione adottata e per i costi da sostenere. Il problema per il caso di Aringo è che il progetto per collegare le 2 linee fognarie attualmente presenti in paese prevede un sistema di pompe ad alta pressione che operano in salita, con un dislivello di 30-50 metri, in tubazioni lunghe almeno 1,5 km. Una soluzione che fa nascere dubbi in quanto il sistema delle pompe previsto richiede la posa in opera di un locale a vista che provocherà danni per l’impatto ambientale e acustico, un serbatoio per la raccolta dei liquami e soprattutto alzerà i costi sia per l’energia elettrica utilizzata per il funzionamento delle pompe che per la manutenzione. Spese queste tutte a carico del comune di Montereale e di conseguenza dei contribuenti. Una soluzione molto meno costosa è stata proposta da Dario Tudini secondo il quale ”sarebbe stato più semplice ricongiungere le due reti fognarie più in basso, allungando il tracciato e utilizzando la pendenza naturale della costa dell’Alta Valle dell’Aterno, senza l’ausilio di macchinari (pompe ed altro) e risparmiando sui costi di gestione che sarebbero per sempre”…
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